Rapporto Almalaurea 2021: con laurea in Ingegneria e Medicina le retribuzioni maggiori
Il rapporto Almalaurea 2021 Sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati analizza le possibilità di assunzione e le retribuzioni delle diverse categorie di laureati nell’arco dei cinque anni successivi al conseguimento del titolo. L’indagine conferma come all’aumentare del livello del titolo di studio posseduto diminuisca il rischio di disoccupazione.
Inoltre, sottolinea come i laureati godano di rilevanti vantaggi occupazionali rispetto ai diplomati di scuola secondaria di secondo grado. In questo caso, il rapporto riprende i dati della più recente documentazione Istat, secondo cui nel 2020 il tasso di occupazione della fascia d’età 20-64 era pari al 78,0% tra i laureati, rispetto al 65,1% di coloro che sono in possesso di un diploma. Ma quali sono davvero le lauree più pagate?
Come la pandemia ha influenzato il mondo del lavoro per i neolaureati
L’indagine Almalaurea conferma che la pandemia ha rallentato l’ingresso dei laureati nel mercato del lavoro. Ad un anno dalla fine degli studi, il tasso di occupazione è del 69.2% tra i laureati di primo livello e del 68.1% tra quelli magistrali. Un dato interessante riguarda il passaggio dal percorso triennale a quello magistrale. Ben il 66.5% dei laureati di primo livello decide di proseguire con il biennio di specializzazione.
Sotto il profilo dei rapporti di lavoro, le condizioni sono peggiorate rispetto al periodo pre-pandemico. Si registra una crescita dei contratti a tempo determinato (30% del campione analizzato). Contratti di lavoro autonomo riguardano invece il 3.6% dei laureati di primo livello e il 4.7% dei laureati di secondo livello. Il lavoro subordinato interessa, rispettivamente, il 2.8% dei laureati di primo livello e il 3.3% dei laureati di secondo livello.
Il ricorso allo smart working risulta molto diffuso tra i laureati. Interessa infatti il 19.8% dei laureati triennali e il 37% dei laureati magistrali. In questo caso, si tratta di dati in decisa crescita rispetto alle rilevazioni del 2019. Risulta leggermente cresciuta la retribuzione netta mensile a un anno dal conseguimento del titolo. I laureati triennali godono di uno stipendio mensile di 1.270,00 € (+5,4% rispetto all’anno precedente). I magistrali, invece, di 1.364,00 € (+6,4%).
Le lauree più pagate sono Ingegneria e Medicina: la conferma di Almalaurea
L’aspetto più interessante dell’indagine riguarda le lauree più pagate e le differenze di retribuzione tra i diversi gruppi disciplinari. Gli stipendi più alti si registrano tra i laureati dei gruppi medico-sanitario e farmaceutico (+302 € mensili netti). Ma anche di informatica e tecnologie ICT (+225 €), di ingegneria industriale e dell’informazione(+178 €). I laureati magistrali di ingegneria industriale e dell’informazione possono contare su retribuzioni soddisfacenti già ad un anno dalla laurea. Parliamo di cifre pari, rispettivamente, a 1841 € e 18237 € mensili. Gli occupati del gruppo educazione e formazione, invece, percepiscono in media 1298 €. Quelli del gruppo giuridico 1147 € netti mensili. Analizzando la condizione dei laureati nel mercato del lavoro da cinque anni, il rapporto Almalaurea evidenzia come gli effetti della pandemia siano marginali.
A cinque anni dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione è pari all’88.1% per i laureati di primo livello. E all’8.7% per i laureati di secondo livello (rispettivamente +0,6% e + 0,9% rispetto all’indagine precedente). La retribuzione mensile netta è pari a 1469 € per i laureati triennali. E a 1556 € per i laureati magistrali (+4,3% per i laureati di primo livello e +4,0% per quelli di secondo livello).
La forma contrattuale più diffusa è il contratto a tempo indeterminato, che riguarda oltre la metà degli occupati. Il 65% degli occupati, a cinque anni, considera il titolo di laurea molto efficace o efficace per lo svolgimento del proprio lavoro.
Il dato sulle lauree più pagate spiega anche l’andamento delle immatricolazioni ai corsi universitari, suddiviso per area disciplinare registrato negli ultimi due decenni. Rispetto all’a.a. 2003/04, l’area delle discipline STEM – tra cui Ingegneria, Matematica e Scienze – registra un aumento del 15%. L’area sanitaria e agro-veterinaria una crescita del 2%. Mentre l’area artistica, letteraria, di educazione e soprattutto l’area economica, giuridica e sociale si collocano decisamente al di sotto della quota di immatricolati del 2003/04, rispettivamente del 4% e del 15%.