Quale laurea nell’era dell’intelligenza artificiale?
La seconda edizione dello Studio predittivo sul futuro delle competenze in Italia sviluppato da EY, ManpowerGroup e Sanoma Italia, esamina le trasformazioni che attraverserà il mondo del lavoro in conseguenza dell’adozione dell’Intelligenza Artificiale generativa, indicando quali saranno le professioni più richieste.
Lo studio prende in esame un arco temporale che giunge al 2030 ed è pertanto interessante per coloro che si accingono ad iscriversi ad un percorso di laurea.
In crescita domanda di lavoro ma anche il mismatch di competenze
Il modello predittivo stima una domanda di lavoro complessiva in crescita in Italia fino al 2030. Raggiunto il picco nel 2024 (+2,20% rispetto al 2022), la crescita subirà un leggero rallentamento fino al 2027, legato all’introduzione di modelli di IA nei processi operativi delle imprese operanti nel terziario. Seguirà un rallentamento più pronunciato a partire dal 2027, a causa dell’introduzione di soluzioni robotiche avanzate, sia nel settore industriale, sia in quello dei servizi alle persone.
Nonostante la fase di generale espansione occupazionale, emerge un acuirsi della problematica collegata al mismatch tra domanda e offerta di lavoro.
La quota di assunzioni che le imprese italiane rilevano difficile da realizzare ha raggiunto il 48% a settembre 2023, in aumento rispetto al 2022 (45,5%) ed in continua crescita dal 2019. Inoltre, il 75% delle imprese italiane segnala di aver fatto esperienza del talent shortage.
Il fenomeno della mancanza sistemica di manodopera riguarda comunque la maggior parte dei paesi occidentali. Tutti i 27 paesi dell’UE hanno registrato una carenza di manodopera principalmente in aree ad alta specializzazione tecnica, quali edilizia, sanità, ingegneria, informatica e artigianato. Lo shortage occupazionale sarà ancora più avvertito in futuro, nell’ottica del raggiungimento degli obiettivi climatici e di sostenibilità dell’UE. Entro il 2030, infatti, l’Unione necessiterà di 180.000 lavoratori specializzati per l’industria delle celle a combustibile a idrogeno, e 66.000 per il settore fotovoltaico.
Una chiave di risposta al problema del mismatch tra domanda e offerta di lavoro consiste in un efficace orientamento universitario, che sappia indirizzare gli studenti verso i settori di lavoro dove il fabbisogno di occupazione è più alto. Ma è indispensabile anche aumentare il numero di laureati magistrali. I dati del rapporto dimostrano, infatti, come il mismatch sia più alto nel caso di laureati triennali. Si tratta di una differenza destinata ad allargarsi in futuro.
La polarizzazione del mercato del lavoro
Lo studio evidenzia una continua polarizzazione della domanda di lavoro in Italia. La variazione nelle professioni a maggiore qualifica (grandi gruppi 1, 2 e 3 della seguente figura) sarà positiva e maggiore di quella misurata nei grandi gruppi a minore qualifica (grande gruppo 8). Per questi ultimi, fino al 2030, si prospettano addirittura variazioni negative, con una diminuzione assoluta della domanda di lavoro.
Per le professioni a qualifica intermedia (grandi gruppi 4, 5, 6 e 7) gli andamenti saranno meno lineari: a una prima fase di crescita farà seguito un rallentamento fino a una domanda in decrescita dopo il 2027 per i gruppi 4 e 6. Ciò è in parte spiegato dalla progressiva diffusione di innovazioni tecnologiche quali l’IA e la robotica.
Le professioni del futuro
Il modello prevede che la domanda di lavoro cambierà in modo significativo per circa l’80% dei 793 profili professionali indagati. Tra le professioni la cui domanda è prevista in crescita ci saranno soprattutto professioni tecniche e ad alta qualifica, non solamente legate all’informatica e alla tecnologia, ma anche alla cura e ai servizi legati alle persone, incluso l’orientamento e l’inserimento socio-lavorativo.
Tra le professioni la cui domanda è prevista in calo si trovano sia i gruppi professionali a qualifica più bassa, sia le libere professioni e quelle imprenditoriali collegate ai settori a bassa crescita (es. settore primario, industrie tradizionali come la lavorazione del cuoio e della pelle). Solo per il 20,2% delle professioni la domanda è prevista rimanere stabile da qui al 2030.
Le professioni la cui domanda è prevista maggiormente in crescita attengono all’informatica e alla tecnologia e comprendono sia professioni ad alta qualifica (specialisti in reti e sicurezza informatica, ingegneri dell’automazione e biomedici) sia profili tecnici impegnati nel web. Questo conferma il grande impatto che l’innovazione tecnologica avrà sulla domanda di lavoro delle professioni, per cui verranno richiesti sempre più profili con capacità di disegnare, gestire e implementare tecnologie avanzate.
Si sottolinea comunque la presenza di profili legati al supporto alla persona (assistenti sociali), all’inserimento o reinserimento lavorativo (consiglieri dell’orientamento) e di sviluppo dell’immagine aziendale (specialisti delle relazioni pubbliche e d’immagine), il che evidenzia l’importanza che rivestirà il supporto nella gestione e implementazione delle scelte di aziende e lavoratori per affrontare i grandi cambiamenti in atto nel mercato del lavoro.
Le maggiori opportunità occupazionali riguardano invece principalmente profili ad alta qualifica, in particolare legati alla comunicazione e alla sicurezza informatica, specialisti nell’analisi dei dati, nella commercializzazione e vendita di nuovi prodotti e servizi. La maggior parte delle professioni in zone di rischio sono quelle tecniche e specialistiche legate, in particolare, ai percorsi di laurea triennale (come tecnici agroalimentari, bancari, agronomi), mentre le professioni in area di opportunità occupazionale riguardano per lo più profili specialistici ad alta qualifica in uscita dalle lauree magistrali, sia con competenze tecnologiche/digitali (come gli specialisti in sicurezza informatica) che personali e relazionali (come gli psicologi del lavoro e delle organizzazioni).
I corsi di laurea più in sintonia con il futuro del lavoro
Sulla base del modello predittivo elaborato da EY, ManpowerGroup e Sanoma Italia, è possibile ricavare quali siano i corsi di laurea più “appetibili” per il futuro del mondo del lavoro, tra quelli proposti dalle Università telematiche partner di Universim.
In primo luogo il corso di laurea magistrale abilitante in Psicologia, in particolare il curriculum Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni. Anche i laureati in Scienze Pedagogiche troveranno il loro spazio, in funzione della crescita dei servizi di formazione.
Si consigliano poi i percorsi di laurea in Scienze della Comunicazione, in particolare il curriculum magistrale in Comunicazione Digitale e Marketing.
Infine, tutti i percorsi di Ingegneria, più nello specifico Ingegneria gestionale (con il curriculum Trasformazione Digitale), Ingegneria informatica e dell’automazione (in particolare i curricula Artificial Intelligence e Cybersecurity) o i percorsi in Ingegneria Industriale (nello specifico il curriculum Industria 4.0).