I vantaggi della didattica online
La pandemia ha favorito la sperimentazione della didattica online anche nelle Università in presenza. L’interrogativo che accompagna ora il “ritorno alla normalità” è se questa modalità di erogazione delle lezioni e di svolgimento degli esami possa essere confermata oppure se registreremo un ritorno alle classiche metodologie didattiche pre-Covid.
È probabile che assisteremo all’affermazione di un sistema “misto”, dove alle lezioni in aula si accompagnerà la possibilità di fruire delle stesse online – ed eventualmente anche di continuare a svolgere esami in modalità telematica – per determinate categorie di studenti (es. soggetti fragili, studenti fuori sede con bassi indicatori di Isee, soggetti che presentino adeguate certificazioni mediche, studenti che risiedono all’estero ecc.). Un indirizzo che, in ambito universitario, rifletterebbe lo stesso orientamento che sta prendendo il mondo del lavoro, pronto ad accogliere forme “ibride”, basate sull’alternanza di presenza in ufficio e attività svolte da remoto.
In attesa che il sistema assuma il suo assetto definitivo, si sono moltiplicati gli studi impegnati nel sottolineare i vantaggi e le potenzialità della didattica telematica.
Fazai Rizvi, ad esempio, sottolinea come la modalità online possa stimolare un rinnovamento delle metodologie didattiche in modo da coinvolgere maggiormente gli studenti e costruire un nuovo rapporto docente-discente sulla base di una diversa configurazione dei processi di creazione, distribuzione e utilizzo dei contenuti didattici (Reimagining recovery for a more robust internationalization, “Education Research & Development”, 1-4, 2020).
Mary Kalantzis e Bill Cope ritengono invece che la didattica online sia destinata a mettere in discussione l’assunto secondo cui la migliore modalità di apprendimento sia “faccia a faccia” (After the COVID-19 crisis: Why higher education may (and perhaps should) never be the same, “Educational Philosophy and Theory”, 24-27, 2020).
Il punto di partenza da cui muove l’analisi dei due docenti dell’Università dell’Illinois è la crisi dell’insegnamento tradizionale, la cui principale ragione risiederebbe nella riduzione dei tempi di attenzione delle nuove generazioni. Lo stare seduti in un’aula ad ascoltare per diverse ore le lezioni rappresenterebbe un carico cognitivo non ottimale per studenti abituati a fruire di contenuti brevi e on demand attraverso i propri dispositivi. La didattica delle Università telematiche ha già fatto tesoro di questo insegnamento, con lezioni di 25-30 minuti, contro le lezioni di due ore accademiche previste dalle Università in presenza (anche nel caso di erogazione in modalità telematica, come avvenuto durante la pandemia).
Kalantzis e Cope ritengono che l’insegnamento online sia completamente diverso “e, con gli strumenti giusti, potenzialmente molto superiore all’insegnamento in presenza”. Per cinque ragioni.
- Vantaggi di scala
L’istruzione in presenza non è scalabile. Per allargare la platea degli studenti universitari occorre ridurre i costi dell’insegnamento e dell’apprendimento. L’istruzione in presenza ha costi infrastrutturali e fissi non elastici (aule disponibili, ore di lezione). L’istruzione telematica invece può accogliere un numero indefinito di studenti, senza la necessità di nuovi spazi fisici o il bisogno di moltiplicare le ore di lezione.
- Lo sviluppo di una pedagogia della conoscenza e di una intelligenza collaborativa
È l’interazione umana che rende l’apprendimento di persona così prezioso, affermano i suoi sostenitori. Eppure in aula tutti gli studenti devono sedere in silenzio mentre l’insegnante parla. Nella discussione in aula, può parlare solo una persona alla volta. Sotto questi aspetti, le aule sono difficilmente “sociali”. Ecco la differenza con l’apprendimento online: l’educatore potrebbe creare video, non come le vecchie lezioni, ma in pezzi brevi e digeribili, che possano suscitare una discussione attraverso contributi redatti dagli studenti nel feed sotto il video. Con lo stesso strumento potrebbero essere lanciate anche delle discussioni in classe, attraverso un feed simile ai social media, con la possibilità di intervenire in qualunque momento, senza la limitazione della presenza in un determinato orario all’interno di una determinata aula. L’analisi dell’apprendimento potrebbe trarne vantaggio tenendo traccia del coinvolgimento di ogni studente.
- Gli studenti come produttori di conoscenza
Nel modello di insegnamento universitario tradizionale, gli studenti sono posizionati come consumatori di conoscenza, ad esempio del contenuto di lezioni o libri di testo, dimostrando infine il loro assorbimento delle conoscenze acquisite in valutazioni sommative di fine corso.
Nelle architetture di apprendimento online è possibile posizionare gli studenti non solo come consumatori, ma anche come produttori di conoscenza. È la figura del “Prosumer” (il consumatore che è anche produttore di contenuti) tipica di internet. Un modo per farlo è chiedere agli studenti di effettuare ricerche e pubblicare post nel flusso di attività della classe. Un’altra modalità può essere rappresentata dal creare progetti sottoposti a revisione paritaria. Il prodotto finale, sarebbe il frutto di una conoscenza collettiva.
- Strumenti migliori per raggiungere i nuovi obiettivi dell’istruzione
L’istruzione e gli esami tradizionali misurano la memoria a lungo termine dei fatti e la corretta applicazione delle procedure insegnate. Tuttavia, oggi i dispositivi mobili che utilizziamo ci servono come protesi cognitive, sostituendo l’uomo nella gestione della memoria (un aspetto approfondito anche da Paola Liberace nel volume Economia della memoria. Conoscenza, intelligenza, valore tra uomo e macchina (2020). Di conseguenza, cambiano gli obiettivi fondamentali dell’istruzione e le capacità fondamentali richieste dai laureati per prepararsi al mondo del lavoro. Non più nozioni, ma lo sviluppo di capacità di ragionamento basate sull’evidenza, il problem solving, la capacità di accedere ai contenuti e la loro organizzazione. Secondo Kalantzis e Cope gli ambienti online possono raggiungere questi obiettivo in modo unico, sia perché suscettibile di attivare processi di conoscenza collaborativa, sia perché in grado di favorire il confronto con l’intelligenza artificiale.
- La possibilità di favorire l’apprendimento permanente
L’istruzione scolastica superiore, l’istruzione universitaria e il lavoro hanno rappresentato negli ultimi secoli fasi distinte della vita di una persona. L’apprendimento online permette di superare le barriere tra queste tre fasi, consentendo di non scegliere tra “guadagnare o studiare” e dunque di favorire processi di apprendimento che possano essere portati avanti durante tutto l’arco della vita. Rispondendo così ad una esigenza sempre più pregnante in funzione della continua accelerazione dei cicli tecnologici.